Afillà: Un
tipo di voce flamenca rauca e rozza.
Alante:
Palco frontale - palcoscenico Alboreà: Da albore, luce dell’alba. Cante, in genere di 4 versi senari, e di un ritornello. E’ un cante che fa parte dei rituali di nozze gitane, e le sue parole più conosciute accennano alla verginità della sposa. Alegrìas: A: Cante con strofa in genere di 4 versi ottonari, che appartiene al gruppo dellecantinas. Nacque come cante per ballare, prevalentemente festoso. Si caratterizza per il suo dinamismo, la sua disinvoltura e la sua grazia. B: L'alegrìas è un canto nato all'epoca dei cafè cantares per accompagnare il ballo. Sviluppatasi a Cadice, deriva dalla soleares coniugata con la jota. La struttura ritmica è la stessa della soleà (12/8), ma il tempo è allegro, invece che lento, determinando un'espressività giocosa. L'alegrìas è caratterizzata da una particolare "apertura" del canto, basata sull'intonazione di coppie bisillabe combinate ripetute:tirititràn, tran tran tran…
Andalucìa:
Regione a Sud della Spagna, luogo di nascita del Flamenco. Baile: il ballo
Braceo:
Movimento delle braccia durante il ballo
Bulerìa: A: (Da bullerìa >
chiasso, schiamazzo, baldoria) Cante con strofa in genere di 3 o 4 versi
ottonari. Può essere il finale di altri canti, in genere della soleà.
E’ un cante chiassoso, che può essere ballato e che si distingue per la
sua battuta raddoppiata, che
permette più di qualsiasi altro cante,
le voci espressive del jaleo,
oltre al battere delle palmas. B:
La bulerìa è
derivazione briosa della soleà della
quale condivide la stessa struttura ritmica (12/8), ma su un tempo
veloce. Di fatto, la bulerìa, pur
essendo oggi un genere indipendente, costituisce il crescendo finale del
canto della soleà. La bulerìa,
canto ritmico per eccellenza, è quella che più degli altri ammette il
raddoppiamento sincopato delle palmas e
l'intervento dello jaleo. Cabales: Esperti conoscitori e amanti del Flamenco.
Cafè
Cantante: Locale
dove, a partire dalla metà dell'Ottocento fino al primo ventennio del
Novecento, si rappresenta il Flamenco. Nasce in Spagna sulla scia della
moda europea dei Cafè, frequentato non solo come luogo di
intrattenimento, ma anche come fucina di fermenti artistici e culturali.
Cajòn:
Strumento a percussione simile ad una scatola su cui il suonatore si
siede a gambe divaricate in modo da poterne percuotere la faccia
anteriore, la cui parte superiore produce un suono acuto, mentre quella
inferiore un suono grave.
Calò:
Dialetto gitano
Cantaor/Cantaora:: Cantane
maschio o femmina Cantaro:: Interprete del cante flamenco. Cante chico: Letteralmente piccolo. Definizione usata per indicare i canti dotati di un carattere allegro, meno impegnativi dal punto di vista espressivi.
Cante Jondo:: A:
Denominazione di valore oggettivo che comprende quegli stili
appartenenti al cante flamenco nei quali si apprezza una solennità
speciale, un primitivismo, una profondità ed una forza espressiva. Può
essere un
Cante
Estero:
Stile tra i più allegri e vivaci (alegrìas, bulerìas, rumbas,
tanguillos e tango per
ballare).
Caña:: Cante con
strofa in 4 versi ottonari che rimano il 2° e il 4°. E’ un cante duro,
forte, lungo, che assomiglia ad una liturgia, malinconico, pieno di
melismi (gruppo di note successive contate su di una stessa sillaba a
modo di adorno), che si conclude con una strofa di differente metrica e
di maggior slancio (soleà)
Caracoles:
Canto nato per accompagnare il ballo. Prende nome dalla parola caracol (conchiglia).
La struttura ritmica delle caracoles,
è uguale a quella dell'alegrìas. È un
ballo soprattutto femminile, basandosi su movimenti ondulatori e su punteados. Carcelera: Cante con strofa di 4 o 5 versi ottonari, che , come il martinete, si considera una tonalità della tonà. Come la tonà si canta senza la chitarra, la variazione del nome si deve al fatto che le parole che riferiscono in prevalenza ai temi del carcere e dei condannati ai lavori forzati. Colombianas: Stile flamenco influenzato dai ritmi sud americani.
Compàs:
Battuta ritmica, la cui struttura varia a seconda dei diversi stili di
musica flamenca.
Cuadro Flamenco:
Complesso formato da cantaores,
bailaores, tocaores e palmeros, necessario alla realizzazione di una
performance di Flamenco Il cuadro
flamenco si dispone sul
palcoscenico a semicerchio, in modo da lasciare al centro lo spazio
necessario alla realizzazione dei balli, riproduce sulla scena la
dimensione del circolo di persone propria delle juergas familiari.
Desplante:: Parte
di un ballo, come in un desplante
por bulerìa, eseguito prima o dopo lallamada. può essere
posto per parecchi passi e parecchi compàs,
dipendendo dalla coreografia.
Duende::: La
forza dell'anima che ispira l'arte flamenca.
Entrada:
Entrata del ballerino/a. Escobilla: Fase del ballo basata sul sequenziale gioco ritmico dei piedi, una sorta di assolo virtuosistico del ballerino. Falda: Gonna.
Fandango:
Cante con strofa di 4 o 5 versi ottonari che si possono trasformare in 6
mediante la ripetizione di uno di loro il cui nome coincide con quello
del ballo che accompagna. Benché in origine fosse un cante da ballare,
adesso è diventato prevalentemente da ascoltare.
Farruca:
Canto di origine galiziana. Si tratta di un ballo di competenza
maschile, sobrio ed elegante, basato sulla maestria ritmica dei piedi.
Floreo:
Movimento delle mani durante il ballo, può essere chiamato anche muñeca
o filigrana.
Gitano:
Zingaro.
Granàina:
Cante con strofa di 5 versi ottonari che fanno la rima generalmente in
consonante il 1°, il 3° ed il 5°. In verità si tratta di un fandango
autoctono di granata e propriamente non è un cante flamenco, ma un
fandango flamencato. Guajiras: Stile influenzato da ritmi cubani. Jabera: (da habera > venditrice di fave) Cante con strofa di 4 versi ottonari che appartengono al gruppo dei fandangos malagueños. E’ un cante senza battute e offre al cantaro grandi possibilità di interpretazione, potendo ricorrere a qualsiasi tipo di arabeschi, arpeggi con la chitarra e adorni vocali. Jaleo: Letteralmente "chiasso". Termine che indica l'insieme delle espressioni ammirative pronunciate per animare l'interprete, che insieme alle palmas, costituiscono un elemento intrinseco della ritualità flamenca. Tali esclamazioni (ezo es! olè! Arsa! Vamos ya! Toma! Agua! Ecc…) non sono dette casualmente, ma rispettano determinate congiunture ritmiche, in modo da non interferire, ma anzi, sostenere l'esecuzione. Jota de Càdiz: Cante Andaluso che è una modalità della jota aragonese e procede dal fandango che incominciò ad afflamencarsi a metà del secolo XIX. Juerga: Deformazione dialettale andalusa del castigliano huelga (ricreazione-svago). Nel linguaggio flamenco è sinonimo di festa, o riunione di aficionados e costituisce il contesto più adeguato alla manifestazione del Flamenco. Infatti, in quanto aggregazione spontanea di appassionati, prescinde dalle scomode regole del professionismo. Letra: Verso di una canzone. Llamada: Letteralmente "chiamata". Segnale convenzionale tra il ballerino, il cantante e il chitarrista che introduce una variazione, e in generale, indica un passaggio di fase durante l'improvvisazione. Malagueña: Cante con strofa di 4 0 5 versi ottonari che in genere si trasformano in 6 a causa della ripetizione del 1° e del 3°. E’ il prototipo del cante levante. Oggi non è più un cante da ballare. Presenta una grande ricchezza melodica ed un profondo sentimento. B: Una forma di stile flamenco libero, proveniente da Malaga. Discende dalla famiglia dei fandango. Mantòn: Ampio scialle di seta con lunghe frange. Marcajes: Movimento del ballerino durante la letra. Martinete: Espressione triste e dolente, sembra sia nata nelle fucine dei fabbri, mestiere largamente praticato dai gitani. Gradualmente viene adattato al compàs della siguiriya, ancora oggi è scandito dai colpi del martello sull'incudine. B: Cante originario della fucina dei fabbri. E’ un cante con una strofa di 4 versi ottonari che viene considerata, con la carcelera, una variazione della tonà, un canto senza accompagnamento, triste, monocorde e compassionevole che termina in genere con un lungo quejio. Palillos/castañuelas:: Nacchere. Non usate nel Flamenco puro. Palmas:: Battito delle mani. Sono considerate un vero e proprio strumento percussivo, parte integrante e imprescindibile del corredo strumentale. La difficile pratica delle palmas, consiste nello scandire il battere e il levare e nel produrre efficaci effetti di raddoppiamento ritmico. I cuadros flamencoscomportano spesso la presenza di più palmeros, in modo da poter contare su un articolato sostegno ritmico. Petenera: Canto di carattere espressivo malinconico e maestoso. Il ballo, di competenza femminile, richiede che la bailaora si copra il capo con uno scialle.
Pitos:
Lo schioccare delle dita usato per accompagnare il canto e il ballo.
Planta:
pianta del piede. Polo: Cante con parole, di 4 versi ottonari che fanno la rima al 2° ed al 4°. Musicalmente presenta delle affinità con la caña. E’ un cante che si interpreta poche volte perché è poco appropriato per far risaltare il cantaro. E’ un cante virile ed emotivo.
Pica/Punta:
Punta del piede.
Punteado:
Tecnica del pizzicare le corde di uno strumento.
Quejio:
Glossolalia formata da un “ay” o da un “ayes” molto prolungati,
indipendentemente dalle parole della strofa alla quale danno un forte
accento drammatico.B: Lamento.
Rasgueado:
Tecnica dello strimpellio della chitarra.
Rumbas: Termine
onomatopeico (rumb) che indica rumore. Canto folklorico di provenienza
ispano-americana. Il compàs in
4/4 brioso e sincopato, adatto al ballo, fa sì che essa sia tra i cantes
festeros quello
maggiormente impiegato nelle feste gitane, insieme allabulerìa.
Saeta:
Strofa di ritmo flamenco su temi sacri che viene cantata da una persona
sola e senza acompagnamento musicale durante i riti religiosi, e
specialmente durante le processioni della Settimana Santa.
Salida: Uscita
del ballerino/a.
Serrana:
Composizione poetica afflamencata somigliante alla serranilla, su temi
campestri, nei quali si loda generalmente la bellezza di una contadina. Seguiriya: Cante di 4 versi, i primi due e l’ultimo generalmente senari ed il terzo endecasillabo. Non ha niente a che vedere con la Seguidilla tradizionale. E’ un cante drammatico, forte, oscuro, di essenza jonda.B:Canto di creazione gitana, è uno degli stili fondamentali del cante jondo, la cui apparizione risale alla fine del Settecento. Canto altamente drammatico e interiorizzato, con andamento musicale lento e linea melodica discendente, abbraccia temi quali la morte, la limitatezza della vita umana, la sofferenza, l'amore.
Sevillana:
Cante caratteristico di Sevilla, molto popolare, e musica per la quale
si cantano le seguiriyas.
Soleà/soleares: Da soledad (solitudine).
Ballo prevalentemente femminile. Si basa su un ritmo di 12/8 e su un
tempo lento. Si caratterizza per la sua cosiddetta cadenza andalusa,
costituita dalla linea melodica discendente, e per l'espressività seria
e profonda. I testi hanno un carattere essenzialmente lirico, piuttosto
che narrativo, con tematiche molto ampie: abbracciano contenuti
universali, come l'amore, la morte, la limitatezza della vita umana e la
sofferenza. B: Cante
di 3 o 4 versi ottonari. A rigore non si dovrebbe parlare di soleà come
di uno stile a sé stante, ma di canti per soleà, data la grande varietà
esistente. Tablao: A: Nome che si dà ai locali del flamenco, che deriva dal sostantivo taplado: intelaiatura formata da un suolo di tavole costruite per le rappresentazioni teatrali. B: Club con palchi per spettacoli di Flamenco. Tacòn: Tacco.
Taconeo:
Letteralmente "tacchettio". Termine che indica il gioco ritmico dei
piedi. Tangos:: A: Espressione vivace e provocante, nasce per accompagnare il ballo nella fase primitiva del Flamenco. B: Cante derivato dalla tradizione gitana, ma di importanti radici jonde e pieno di primitivismo.
Tanguillo:: Canto
proprio della zona di Cadice afflamencato sul ritmo del tango.
Stile leggero e festoso.
Tocaor:: Chitarrista
flamenco.
Tonà:
Derivato dalle tonadas tradizionali, è il canto più drammatico e sobrio
e si interpreta senza nessun tipo di accompagnamento.
Verdiales:
Cante di 5 versi ottonari, di parole semplici e allegre e con un ritmo
trepidante. Prototipo del fandango campestre. Viene accompagnato dalla
chitarra e dal tamburello. Zapateados: Ballo spagnolo già conosciuto nel Cinquecento, aggraziato e vivace. Viene assorbito verso la metà del Cinquecento dal repertorio coreutico flamenco, che lo converte in ballo virtuoso, di competenza maschile, tutto basato sulle sequenze ritmiche di passi percussivi, con limitato uso delle braccia. Tale ballo costituisce probabilmente il ponte tra la tradizione coreutica folkorica e quella flamenca vera e propria. A partire dagli anni venti del Novecento questo ballo viene eseguito anche dalle donne, che per l'occasione si vestono da uomo. B: Il termine zapateado indica, più in generale, qualsiasi combinazione di passi percussivi inseriti in ogni tipo di ballo.
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